Tetralonia dentata (Germar, 1839)
publication ID |
1662-8500 |
persistent identifier |
https://treatment.plazi.org/id/79076536-D14D-FFE9-F28C-FF7BF23DD9F9 |
treatment provided by |
Felipe (2025-01-15 21:31:54, last updated by GgImagineBatch 2025-01-15 21:33:14) |
scientific name |
Tetralonia dentata (Germar, 1839) |
status |
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Tetralonia dentata (Germar, 1839) View in CoL
Probabilmente in passato largamente presente su tutto il Piano di Magadino e oltre, T. dentata non veniva più osservata in Ticino dagli anni 1940. Nel 2011, la specie è stata di nuovo osservata nelle Bolle di Magadino. Oggi la popolazione delle Bolle è probabilmente la più importante di tutta la Svizzera, con un’aggregazione che conta due centinaia di femmine. La ricerca specifica della specie lungO il fiume TicinO ha mOstratO che è presente in diversi luOghi finO a BellinZOna. Nelle BOlle la specie trOva un ambiente Ottimale, cOn una grande Offerta di fiOri, sOprattuttO Centaurea splendens L. e C. nigrescens Willd., 1803 , e un prato sabbioso estensivo con vegetazione bassa, fattori chiave per la specie, il tutto con quasi nessun disturbo umano. Maggiori informazioni sulla biologia della specie e del parassita Triepeolus tristis Smith, 1854 sono pubblicate in un secondo articolo ( Giollo et al. 2022).
Fig. 9. Femmina di Thyreus histrionicus (Illiger, 1806) che si nutre di nettare su Calamintha nepeta aggr. ( Lamiaceae ). La quantità di dati raccolti re- (Foto D. Bénon) lativi a specie nuove o ritenute
Considerazioni generali estinte indica quanto il Cantone Ticino, come del resto il sud delle Alpi, sia stato sotto-studiato fino ad oggi rispetto al resto del paese. Al contempo, i campionamenti effettuati durante gli ultimi due anni confermano l’alto potenziale di questa regione in relazione alla diversità di api selvatiche. Molte specie rare sono state osservate per la prima volta in diversi luoghi, alcuni dei quali già conosciuti e protetti per il loro alto valore naturalistico (p. e. Bolle di Magadino, Gole della Breggia ). Unitamente ai risultati dei recenti campionamenti fatti sia nel contesto dell’aggiornamento della Lista Rossa delle api selvatiche sia di altri progetti, come i monitoraggi nel prato secco dell’ex aerodromo di Ascona, queste scoperte offrono una buona base di conoscenze per lo studio e la protezione di questi insetti nel Cantone Ticino. Allo stato attuale, i risultati ottenuti in questi due anni di prospezioni esplorative costituiscono infatti una base per monitoraggi futuri e per la salvaguardia delle specie e delle popolazioni rilevanti riportate in questo contributo. Questi risultati mostrano a livello ticinese due principali tendenze per le api selvatiche: i) la capacità di numerose specie rare di mantenersi in diversi siti estensivi di dimensioni ridotte e ii) il potenziale della regione come terra di accoglienza di nuove specie in espansione da sud .
Tuttavia, queste notizie incoraggianti vanno accolte con cautela. In primo luogo, le nostre osservazioni si sono limitate a siti con alti valori ecologici e quindi con alto potenziale. La conferma dello status eccezionale di questi siti per le api selvatiche è quindi solo una mezza sorpresa. In secondo luogo, la situazione generale delle api selvatiche rimane molto preoccupante, con probabilmente il 40–45 % delle specie minacciate a livello svizzero ( Widmer et al. 2021). L’imminente pubblicazione della Lista Rossa (Müller & Praz in prep.) permetterà di concretizzare la protezione di queste specie. La tutela e la conservazione nel tempo delle popolazioni osservate e conosciute di specie importanti, anche su piccole superfici, vanno verificate e attuate sin da subito. Si tratta di tutelare le stazioni che non sono già inserite in oggetti formalmente protetti e di verificarne le condizioni gestionali o gli imminenti fattori conosciuti che possano mettere in forse le popolazioni esistenti. La recente creazione di un posto di coordinatore cantonale per la promozione della protezione e della conoscenza delle api selvatiche va vista in questa ottica e accolta positivamente.
Oltre alla valorizzazione di siti noti con alto valore naturalistico, una parte importante della sfida per la conservazione a lungo termine delle api selvatiche dipenderà dagli sforzi per colmare le lacune nella conoscenza faunistica di quegli habitat gestiti più intensivamente e perciò ritenuti poveri. Questi ambienti, quali le zone agricole, rischiano infatti di essere meno considerati nelle misure di conservazione. Risultano perciò vitali da un lato la messa in rete degli habitat pregiati per contrastarne la frammentazione e, dall’altro, il consolidamento delle conoscenze faunistiche in habitat meno pregiati; occorre inoltre che anche questi ultimi vengano pure considerati nella progettazione di misure di conservazione. In questa ottica va incentivata la creazione di strutture adeguate (strisce di fiori, siepi, scarpate a gestione estensiva, piccole strutture, ecc.) nelle zone impoverite tenendo conto specificatamente dell’apifauna, per permetterne il movimento e la colonizzazione di nuovi habitat.
Giollo L., Patocchi N. & Benon D. 2022. Monitoraggi nelle Bolle di Magadino (Cantone Ticino, Svizzera meridionale): osservazione dell'ape parassita Triepeolus tristis (Smith, 1854). Bollettino della Societa ticinese di scienze naturali. In press.
Widmer I., Muhlethaler R., Baur B., Gonseth Y., Guntern J., Klaus G., Knop E., Lachat T., Moretti M., Pauli D., Pellissier L., Sattler T. & Altermatt F. 2021. Insektenvielfalt in der Schweiz: Bedeutung, Trends, Handlungsoptionen. Swiss Academies Reports 16 (9): 109 pp.
No known copyright restrictions apply. See Agosti, D., Egloff, W., 2009. Taxonomic information exchange and copyright: the Plazi approach. BMC Research Notes 2009, 2:53 for further explanation.
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